Pubblicato il testo del DEF. La manovra 2024 parte con una dote di 4 miliardi

Giorgetti - Photo credit: Palazzo ChigiL'incertezza del quadro economico-finanziario impone prudenza al Governo Meloni: dal Documento di economia finanza 2023 spazi immediati per oltre 3 miliardi, tutti vincolati alla riduzione del cuneo fiscale, ma una base di appena 4 miliardi per la legge di Bilancio 2024. L'Esecutivo confida però che ancora una volta la crescita economica dell’Italia sorprenda al rialzo, anche sulla spinta di un'attuazione più sostenuta del PNRR.

Riforma fiscale 2023, il testo del disegno di legge delega

Il quadro di insieme descritto dal DEF 2023 prende atto infatti delle prospettive di crescita per l'anno in corso superiori alle stime del novembre scorso, ma tiene anche conto di una lunga serie di fattori di rischio - guerra in Ucraina, aumento dei tassi di interesse, oscillazioni del prezzo del petrolio, solo per citarne alcuni - che, concretizzandosi, potrebbero impattare duramente sulle dinamiche di finanza pubblica dei prossimi mesi. 

Tanto più che, si legge nel testo del Documento di economia e finanza 2023 pubblicato il 13 aprile dal MEF, "gli effetti delle politiche monetarie iniziano a influire sulla liquidità", facendo rallentare i prestiti a imprese e famiglie e lasciando presagire una conseguente moderazione della domanda di investimenti.

Da qui, accanto alla revisione leggermente al rialzo del dato sulla crescita del PIL nel 2023, rispetto all'ultimo Documento programmatico di bilancio, il ridimensionamento della stima per il 2024. Il DEF 2023 conferma invece gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel DPB di novembre e la progressiva diminuzione del rapporto debito/PIL che dovrebbe attestarsi al 140,4% nel 2026.

Dal differenziale tra il deficit tendenziale per l’anno in corso e il deficit programmatico il Governo ricava un tesoretto di circa 3,4 miliardi, già destinati a un nuovo taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi. L'inflazione ha infatti corroso il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare della fascia di lavoratori a reddito fisso, cui quindi si rivolgerà un apposito provvedimento di prossima attuazione, cui dovrebbero seguire nuovi interventi in legge di Bilancio 2024. 

“La prudenza di questo documento è ambizione responsabile”, ha commentato il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, secondo cui “è realistico puntare per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del PIL e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale”, ma il futuro “rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale”.

Gli scenari del DEF 2023 su debito e deficit

Nel 2022, sintetizza la nota del MEF che accompagna la pubblicazione del testo del DEF e dei suoi allegati, il rapporto debito/PIL è risultato pari al 144,4 per cento, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Documento programmatico di bilancio (DPB) dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023 al 142,1 per cento, nel 2024 al 141,4, a 140,9 nel 2025, fino a raggiungere il 140,4 per cento nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/Pil che si sarebbero potuti registrare se il Superbonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati.

Per quanto riguarda il deficit, il DEF punta a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della PA in rapporto al PIL. Coerentemente con questo obiettivo, il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel Documento dello scorso novembre. Nello scenario programmatico si tratta del 4,5 per cento nel 2023, 3,7 per cento nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026. Riguardo al deficit tendenziale, il DEF prevede il 4,35 per cento nel 2023, il 3,5 nel 2024, il 3,0 nel 2025 e il 2,5 nel 2026.

Le previsioni di crescita e il ruolo del PNRR

Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL è previsto crescere dello 0,9 per cento nel 2023 (programmatico all’1 per cento) - dato rivisto al rialzo in confronto al DPB di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6 per cento -, dell’1,4 per cento nel 2024 (programmatico all’1,5 per cento) dell’1,3 per cento nel 2025 e dell’1,1 per cento nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico). 

La revisione al rialzo per l'anno in corso, spiega il DEF, "prende atto dei più recenti indicatori congiunturali, che segnalano una ripresa dell’attività economica più rapida rispetto a quanto previsto nella NADEF, già a partire dal primo trimestre", ma si fonda anche sull'ipotesi che "le imprese, con la marcata discesa dei prezzi del petrolio e del gas, e beneficiando anche delle risorse previste nel PNRR, sostengano la domanda d’investimenti, trainati dalla componente dei macchinari e attrezzature e dalle costruzioni".

La stima al ribasso per il 2024 (dall’1,9 per cento dello scorso novembre) è invece in parte spiegata "da un contesto internazionale meno favorevole", in particolare per l'impatto in genere ritardato dell'aumento dei tassi d’interesse sull’economia. La proiezione per il 2025 è in linea con il DPB, mentre la decelerazione prevista per il 2026 è dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea.

In generale, anche se il DEF incorpora per prudenza solo parzialmente nelle stime di crescita gli effetti sulla produttività e sull’offerta di lavoro connessi all’attuazione del PNRR, nel Programma di Stabilità si analizza l’impatto favorevole sulle finanze pubbliche della maggior crescita economica attribuibile al Recovery Plan e anche il Programma nazionale di riforma fa affidamento su “un contributo assai più rilevante all’innalzamento della crescita” da parte degli “investimenti e dalle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), soprattutto dopo la modifica del Piano e l'introduzione del capitolo REPowerEU.

L'auspicio del Governo, anche grazie al Recovery, alla "riforma del Codice degli appalti e ad altre riforme in programma, quali quella del fisco e della finanza per la crescita", è che, come accaduto altre volte in passato, l’Italia sorprenda al rialzo, “portando gradualmente i maggiori previsori – inclusi i principali organismi internazionali – a rivedere le loro stime verso l’alto”.

Oltre 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale

Nell'immediato il differenziale tra la stima di deficit tendenziale per l’anno in corso, pari al 4,35 per cento del PIL, e il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi per il periodo maggio-dicembre dell'anno in corso del valore di circa 3,4 miliardi, per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie nel contesto inflattivo, contribuendo allo stesso tempo alla moderazione della crescita salariale. E sempre dal margine di bilancio rispetto alle previsioni dello scenario tendenziale il DEF prevede di poter ricavare oltre 4 miliardi da allocare sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale nel 2024.

Al netto di questi interventi, però, non sembrano esserci spazi per una nuova stagione di aiuti a imprese e famiglie, né per le riforme chiave promesse dalla coalizione di Governo. Coerentemente con gli orientamenti espressi dalla Commissione europea, l'intenzione dell'Esecutivo è quella di ritirare gradualmente le misure di sostegno, per mantenere una politica fiscale prudente, anche in vista della disattivazione della clausola di salvaguardia generale e dell'applicazione, a partire dal 2024, del Patto di stabilità, per quanto presumibilmente rivisto dalla riforma della governance in discussione a Bruxelles.

Non dovrebbe fare eccezione neanche la prossima legge di Bilancio, considerando che la base di partenza, data dalla distanza fra deficit tendenziale e programmatico, si ferma ad appena 4 miliardi. A meno di una crescita superiore alle attese, o di severi tagli alla spesa - peraltro già messi in conto dal DEF sotto l'espressione "rafforzamento della revisione della spesa corrente" - difficilmente la manovra potrà quindi dare seguito agli impegni dell'Esecutivo, dalla riforma delle pensioni alla flat tax.

Gli allegati alla legge di Bilancio 2024

Come ogni anno, il pacchetto di documenti collegati al DEF comprende anche l'elenco degli allegati alla decisione di bilancio. In particolare, a completamento della manovra sono individuati i seguenti disegni di legge, in alcuni casi già previsti o avviati:

  • interventi a sostegno della competitività dei capitali
  • delega al Governo per la riforma fiscale
  • misure organiche per la promozione, la valorizzazione e la tutela del Made in Italy
  • delega al Governo per la realizzazione di un sistema organico degli incentivi alle imprese
  • misure in materia di semplificazione normativa
  • revisione del Testo Unico degli Enti locali
  • semplificazioni in materia scolastica
  • disciplina della professione di guida turistica
  • sviluppo e competitività del settore turistico
  • interventi in materia di disciplina pensionistica
  • misure a sostegno delle politiche per il lavoro
  • interventi a favore delle politiche di contrasto alla povertà
  • misure per il sostegno, la promozione e la tutela delle produzioni agricole nazionali e delle relative filiere agroalimentari e del patrimonio forestale
  • misure per la realizzazione delle infrastrutture di preminente interesse nazionale e di altri interventi strategici in materia di lavori pubblici nonché per il potenziamento del trasporto e della logistica
  • disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione
  • misure di sostegno alla filiera dell'editoria libraria
  • Codice in materia di disabilità
  • rafforzamento del sistema della formazione superiore e della ricerca
  • revisione delle circoscrizioni giudiziarie, anche con riferimento al Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie
  • rimodulazione delle piante organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari e ridefinizione dei profili professionali, anche con riferimento al Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie
  • interventi di rifunzionalizzazione degli istituti di prevenzione e pena.

Consulta il testo del Documento di Economia e Finanza - DEF 2023